Famiglia
Cinema. Millions, lultimo bellissimo film di Danny Boyle. Qui piovono sterline
Millions, di Danny Boyle con Alexander Nathan Etel, Lewis Owen McGibbon e James Nesbitt (di Maurizio Regosa).
di Redazione
Sino a qualche anno fa Impegno, al cinema, si accompagnava sempre con Serietà: i due formavano coppia fissa. Lui con cravatta, cappello, barba e baffi; lei con l?andatura della signora che si prende, appunto, molto sul serio.
Oggi – in epoca di relazioni postmoderne, e cioè meno durature – quello stesso Impegno si è tagliato i baffi, ha dimesso la giacca e iniziato a trattarsi i capelli con il gel. Insomma ha scelto un look più sbarazzino e si è trovato una fidanzata nuova, Leggerezza, signora più disinvolta ma che può essere profonda almeno quanto Serietà.
Sicché non stupisce che il cinema impegnato adotti generi cinematografici un tempo considerati di ?puro? intrattenimento. Facciamoci caso: attualmente se si vogliono affrontare i grandi temi dell?eroismo, del sacrificio, della generosità, si fa una pellicola di cappa e spada.
Se si desidera raccontare un episodio di straniamento, si ricorre alla fiaba, genere smascherato da lungo tempo (non è un genere per bambini): il recente Una lunga domenica di passioni, ad esempio, o anche questo Millions di Danny Boyle.
Come se i cineasti più avvertiti sentissero il bisogno di semplificazione, di riconoscibilità attraverso il genere: abbandonando l?ambizioso realismo, si cerca la realtà attraverso la convenzione, la metafora o il simbolo, cioè purificandola del contingente. È quanto avviene in Millions, deliziosa commedia che ha avuto plauso abbastanza unanime: in essa Boyle immagina che un gran colpo di fortuna avvenga a un bambino sensibile e d?animo generoso: gli cade sulla testa un borsone che contiene oltre 200mila sterline.
Che fare del malloppo, che l?ingenuo e devoto protagonista crede inviato addirittura da Dio? Questo l?evento scatenante che consente al regista di mettere in scena le possibili diverse reazioni di fronte alla fortuna. E di mettere, soprattutto, in discussione se questa sia davvero una fortuna: non per un moraleggiare facile sul valore del denaro, ma per provare a guardare gli eventi con un occhio più spregiudicato e meno compromesso.
Come andrà a finire, è già scritto nelle immagini d?inizio. Quel che conta però è il racconto nel quale, mentre i personaggi cercano di spendere tutto (prima dell?avvento dell?euro in Gran Bretagna), si finisce con incontrare appunto l?essenza, ovvero un richiamo critico per quanto abbozzato e garbato al senso della vita, ai suoi valori, alle sue contraddizioni.
Maurizio Regosa
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